NSC, Scuola materna Covolo

Pederobba, Italia
Foto © Alessandra Chemollo
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Architetti
C+S Architects
Sede
Piazza Case Rosse, 14, 31050 Pederobba, Italia
Anno
2006

Immerso tra i filari di vite e i campi di cereali allungati che ricalcano la memoria delle antiche coltivazioni, il centro infanzia di Covolo sembra l'ultimo tassello necessario a completare il piccolo centro urbano, disponendosi accanto alle modeste costruzioni, tra loro accordate dalla continuità di muri di ciottoli saldati da un sottile strato di intonaco grezzo.
Muri e vuoto. Il nuovo edificio è un recinto che si affaccia a sud-est sui campi allungati di frumento e sui filari delle viti abbracciando e lasciandosi scandire dalle grafie del territorio.
Un muro in cemento grezzo, additivato nel colore del paesaggio circostante e trattato con inerte a spacco che gli fa raccogliere la luce a seguire l'andamento della materia.
L'edificio è la sua struttura: un muro.
Un muro che si apre a sud come i grandi portali d'ombra dei 'barchi', dei fienili o delle barchesse.
Un muro che si ritrae e si raddoppia colorandosi a sottolineare i passaggi, le soglie.
Un muro che si disegna con le tensioni di ciò che racchiude.
Un muro che si snoda anche all'interno del complesso, questa volta liscio e continua ad essere una guida al racconto dello spazio.
Il fronte sud viene scandito da tre grandi portali dove lo sporto generoso dei due laterali difende gli ambienti dall'irraggiamento e mette in evidenza in negativo il salone centrale, sviluppato in altezza, dove una serie non interrotta di vetrate scorrevoli in iroko permette un collegamento diretto tra le aule e l'esterno. Lo sporto, la lo stabilizzato di sarone a terra e la luce allargano il momento della soglia. Spingono le aule verso l'esterno o fanno entrare il giardino con i suoi rumori.
Il muro del recinto si apre ancora a sottolineare altri due importanti momenti di passaggio.
Un vuoto d'ombra, a est, una piccola corte arrossata dal colore della superficie intonacata e, in autunno, dalla vite americana, si sporge per accogliere il percorso di ingresso in doghe di larice. Ancora, a ovest, una corte più riparata assolutamente colorata di rosso, è disegnata come una stanza a cielo aperto su cui abbiamo inciso un'unica quercia come simbolo di una fondazione.
Il fronte nord è più compatto. Un solo punto, in corrispondenza del salone centrale, annuncia il grande vuoto interno con l'incisione di quattro bucature unificate dal colore.
All'interno, un asse longitudinale è la spalla su cui si attestano le aule e le zone di servizio della scuola. E' una 'strada' disegnata da porte colorate in relazione ai diversi sistemi appartenenza: accoglienza, didattica, interdisciplinarietà, servizi. La strada è scandita da grandi finestre basse che, viste dai bambini, sfondano in profondità lo spazio. La scansione zenitale e la direzione della luce attraverso i lucernari apribili in copertura ne nasconde l'ingresso diretto. La luce dà vita alla struttura con cui in ogni punto intrattiene un rapporto speciale, dà cadenza allo spazio accompagnando il percorso dei colori con il ritmo delle ombre e costruisce un'alternanza tra zone compresse e dilatate.

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